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Nicoletta Magnani © 2024
Come parole dette i giorni corrono verso un punto che non conosco. Che appartiene ad una dimensione invisibile. Ma nota. Nata. Dall’incontro. Tra le tue mani e il mio collo. E sospesa. Tra i nostri sguardi. A volte sui bordi. Dei nostri discorsi. Ci sono percorsi ancora da esplorare. Intensi. Come l’odore del mare. E dei fiori freschi. Tra i boschi. Dipinti dai tuoi pensieri. Corre veloce un coniglio selvatico. Dal pelo morbido e chiaro. Che si nasconde tra cespugli e fusti di alberi. Per scomparire alla vista. Come un artista. Che si chiude in una stanza. Nell’abbondanza. Di colore. E dolore. Che scivola sulle tele. Il bianco. Delle vele. È solo un piccolo punto sull’orizzonte marino. La fonte. Di un destino. Che s’allontana sul fondo. Fino a scomparire. Dalla vista. Perché il globo è tondo. Lo sguardo, limitato. L’amore, risparmiato. O forse sconosciuto. Magari annegato. Nel profondo. Delle acque dei pensieri. Sensati e coerenti. Come le cene tra parenti. Come i ruoli assegnati. O decisi. Come fiori recisi. In un vaso di porcellana. Ancora. Non trova tana. Il piccolo coniglio. Forse è nato per sbaglio. Come il bene che ti voglio. Come una rosa a marzo. Quando arriva l’ultima neve. Le vele all’orizzonte. Sono di una nave. Che trasporta giorni. E discorsi. In strani percorsi. Tracciati dal tuo senso di concretezza. Lontano. Si alza una brezza. Che agita il mare. Tra le onde trema. La sua paura. Di scoprire. D’amare.